Cosa è l’autismo
Definizione di autismo
L’autismo, o meglio definito disturbi dello spettro autistico, è un disturbo del neuro sviluppo che coinvolge principalmente tre aree:
- linguaggio e comunicazione;
- interazione sociale;
- interessi ristretti e stereotipati.
A causa della gamma di sintomi l’autismo è ora chiamato disturbo dello spettro autistico (ASD) poiché copre un ampio spettro di sintomi, abilità e livelli di disabilità. L’autismo varia in gravità in base al livello di compromissione che limita l’autonomia nella vita quotidiana.
I bambini con autismo hanno difficoltà a comunicare, a comprendere il pensiero altrui ed hanno una difficoltà ad esprimersi con parole o attraverso la gestualità e i movimenti facciali.
Oltre a soffrire di una iper sensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, i bambini autistici possono essere soggetti a movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati, come dondolio, auto stimolazione o battito di mani.
Inoltre, possono avere risposte insolite alle persone, attaccamenti agli oggetti, resistenza al cambiamento nella loro routine, o comportamento aggressivo o autolesionista. A volte possono sembrare non notare persone, oggetti o attività nell’ambiente circostante. Alcuni bambini con autismo possono anche sviluppare crisi epilettiche. E in alcuni casi, questi attacchi possono essere assenti inizialmente per verificarsi in adolescenza.
Esordio
Alcune persone con diagnosi di autismo sono in qualche modo compromesse dal punto di vista cognitivo. In contrasto con la più tipica compromissione cognitiva, che è caratterizzata da ritardi relativamente uniformi in tutte le aree di sviluppo, le persone con autismo mostrano uno sviluppo non uniforme delle competenze.
Possono avere problemi in alcune aree, in particolare la capacità di comunicare e relazionarsi con gli altri. Ma possono avere abilità insolitamente sviluppate in altre aree, come disegnare, suonare, risolvere problemi matematici o memorizzare i fatti.
Per questo motivo, possono risultare sopra la media su test di intelligenza non verbale.
I sintomi dell’autismo appaiono tipicamente durante i primi tre anni di vita.
Alcuni bambini mostrano segni dalla nascita. Altri sembrano svilupparsi normalmente all’inizio, per poi scivolare improvvisamente nei sintomi quando hanno tra i 18 e i 36 mesi.
Tuttavia, ora è riconosciuto che alcuni individui non possono mostrare i sintomi di un disturbo della comunicazione fino a quando le richieste dell’ambiente non superano le loro capacità.
Cause
L’autismo è quattro volte più comune nei ragazzi che nelle ragazze. Non conosce confini razziali, etnici o sociali. Il reddito familiare, lo stile di vita o i livelli di istruzione non influiscono sulla possibilità di un bambino di essere autistico.
Le cause dell’autismo invece risultano ancora ad oggi sconosciute, anche se i ricercatori concordano nel affermare che nei disturbi dello spettro autistico entrano in gioco cause neurobiologiche, costituzionali e psicoambientali acquisite.
Dopo una diagnosi di autismo, la domanda comune è “Cosa ha causato l’autismo di mio figlio?”
La risposta è che non c’è una risposta semplice.
La ricerca indica una combinazione di potenziali cause di autismo che possono avere o meno un ruolo nella diagnosi.
Esistono tre categorie di fattori di rischio che contribuiscono all’autismo: genetico, ambientale, differenze nella biologia cerebrale. La ricerca sostiene che una combinazione di questi fattori di rischio si traduce in autismo, ma, proprio come ogni bambino con disturbo dello spettro autistico è diverso, le potenziali “cause” o “combinazioni” di fattori di rischio si manifestano in modo diverso.
Diagnosi
La diagnosi di disturbo dello spettro autistico viene fatta con riferimento alla classificazione internazionale dei disturbi mentali attraverso il DSM che ad oggi è alla sua quinta versione.
Nella versione precedente, il DSM IV, indicava la patologia come “Disturbi Pervasivi dello Sviluppo” differnziandola tra disturbo autistico, disturbo di Asperger, disturbo disintegrativo della fanciullezza, sindrome di Rett e disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato (NAS).
Nel nuovo DSM V invece, questi sottotipi di autismo sono raggruppati in una sola ed unica categoria chiamata “Disturbi dello Spettro Autistico”, tranne la sindrome di Rett che è stata catalogata come disturbo neurologico.
In aggiunta ai “Disturbi dello Spettro Autistico”, il DSM V introduce il “disturbo della comunicazione sociale” che si sovrappone, ma in maniera parziale, all’autismo. Questo perché necessita della presenza di una “menomazione del linguaggio pragmatico” e di una menomazione “nell’uso sociale della comunicazione verbale e non-verbale”.
Il DSM V inoltre indica che ora è necessario indicare la gravità dei sintomi dei disturbi dello spettro autistico su una scala di 3 punti.
La diagnosi precoce e i primi segnali
Per una diagnosi precoce dell’autismo è utile conoscere e prestare attenzione ai segnali descritti in questa pagina.
Recenti ricerche, stanno individuando inoltre i segnali precoci a pochi giorni dalla nascita come indicazione di possibilità di sviluppo di autismo. Per una specifica sugli studi e ricerche in atto presso l’Università di Trento è possibile leggere l’articolo “La ricerca per individuare gli indicatori precoci dei Disturbi dello Spettro Autistico“.
Primi segnali dell’autismo, segnali caratteristici in base alla fascia d’età che permettono di attivare fin da subito strategie mirate di intervento.
tratto da Portale Autismo
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